I covenant bancari sono clausole accessorie inserite prevalentemente nei contratti di finanziamento concessi dalle banche alle imprese. Tali clausole stabiliscono specifici obblighi o limiti che l’impresa deve rispettare per tutta la durata del prestito, al fine di garantire alla banca che la sua situazione finanziaria e operativa rimanga solida. Il loro ruolo diventa particolarmente importante nelle situazioni di crisi d’impresa.
La previsione di un covenant in un contratto di finanziamento bancario ha lo scopo di ridurre l’asimmetria informativa nel rapporto creditore-debitore, monitorare il rischio di insolvenza dell’impresa finanziata e costruire un apparato sanzionatorio per le ipotesi in cui l’impresa non lo rispetti.
Tra le principali tipologie di covenant rientrano quelle di natura finanziaria, tra cui il rapporto tra debito e utili prima di interessi, tasse, deprezzamento e ammortamento (debt/ebitda), il rapporto tra gli utili operativi e gli interessi da pagare e il rapporto tra debito e capitale proprio (debt/equity). Questi indicatori servono a misurare la capacità dell’impresa di generare flussi di cassa sufficienti per ripagare il debito e mantenere una struttura finanziaria equilibrata.
Ci sono poi i covenant operativi (limitazioni sulla distribuzione di dividendi, divieto di vendita di asset materiali e immateriali) e i covenant informativi (periodiche informazioni finanziarie e operative, come bilanci, rendiconti finanziari o report gestionali).
Tuttavia, quando un’impresa attraversa una fase di crisi il rispetto dei covenant bancari diventa problematico, in quanto peggiorano gli indicatori finanziari che sono oggetto di monitoraggio. Spesso peggiora anche la qualità delle informazioni trasmesse dal cliente alla banca ed è sempre più frequente l’assenza di bilanci ufficiali depositati anche su più esercizi. In queste situazioni, il mancato rispetto dei covenant può portare alle seguenti casistiche:
- Inadempimento (default):
- Se l’impresa non rispetta i covenant, la banca potrebbe agire in modo anticipato, chiedendo il rimborso immediato del prestito o la rinegoziazione delle condizioni del finanziamento.
- Rinegoziazione del debito:
- L’impresa può rinegoziare i covenant, proponendo nuovi accordi in linea con la sua situazione attuale. Ciò può comportare l’aumento dei tassi di interesse, l’inserimento di nuove garanzie o ulteriori restrizioni operative.
- Richiesta di garanzie aggiuntive:
- In caso di deterioramento della situazione finanziaria, la banca può richiedere garanzie aggiuntive.
Durante una crisi i covenant bancari possono condizionare pesantemente le strategie aziendali in quanto le imprese potrebbero essere costrette a prendere decisioni per soddisfare i requisiti imposti dalla banca, anche a discapito della propria capacità di rilancio
Covenant e ristrutturazione del debito
In una fase di crisi più avanzata, le imprese spesso ricorrono a procedure di ristrutturazione del debito, cercando di ridefinire i termini dei loro accordi con le banche. Questo può comportare un allungamento dei termini di rimborso, la riduzione del debito attraverso accordi con i creditori e covenant flessibili, per permettere all’impresa di superare la crisi senza incorrere continuamente in inadempimenti tecnici. Tuttavia, nei casi di una procedura di regolazione della crisi di impresa, si pensi ad esempio ai piani attestati di risanamento ex art. 56 ccii, i covenant rappresentano un limite e la misurazione, ma non il correttivo. Infatti, il codice della crisi prevede, nei casi in cui un piano attestato di risanamento non sia performante ovvero qualora si verifichino disallineamenti tra la realtà effettiva e le previsioni originarie del piano, che lo stesso debba prevedere gli strumenti e le iniziative da adottare.
La violazione di un covenant, infine, ha impatti anche sulle rilevazioni contabili che deve effettuare una società che non lo ha rispettato. Infatti, ai sensi dell’OIC 19 nel caso in cui la società violi una clausola contrattuale prevista per un debito a lungo termine entro la data di riferimento del bilancio, essa rileva il debito come esigibile entro l’esercizio, salvo che, prima dell’approvazione del bilancio, non intervengano nuovi accordi contrattuali che legittimano la classificazione come debiti a lungo termine.
In conclusione, i covenant bancari sono uno strumento fondamentale per le banche per monitorare e proteggere i propri crediti, ma in situazioni di crisi d’impresa possono diventare un’arma a doppio taglio. Da una parte, garantiscono che l’impresa mantenga una gestione prudente e orientata al rispetto degli impegni finanziari; dall’altra, possono limitare la flessibilità aziendale, peggiorando la situazione in momenti di difficoltà.
Per le banche i covenant aiutano a monitorare e proteggere i propri crediti, mentre per le imprese essi facilitano il perfezionamento di accordi, altrimenti non raggiungibili. La loro violazione e le successive azioni da porre in essere dalla banca a tutela del proprio credito necessitano sempre di un’analisi del contesto imprenditoriale di riferimento per comprendere se l’impresa opera in un contesto dinamico e di continuità aziendale, caso quest’ultimo in cui il mancato rispetto di un covenant potrebbe essere anche irrilevante.