ESG e gestione del credito deteriorato: riflessioni
di Dott. Raffaele De Luca

Prima di parlare di ESG (Environmental, Social and Governance) occorre preliminarmente definire il concetto di Megatrends, ovvero di tutti quei processi in grado di produrre cambiamenti a livello globale sul lungo periodo (anche più di una generazione), spesso legati a fattori strutturali come demografia, ambiente, energia, innovazione scientifica e tecnologica, lavoro. Questi impatti costituiscono sia opportunità che minacce per la società e quindi per il sistema economico e imprenditoriale.

I cambiamenti climatici, la digitalizzazione, le pandemie e l’invecchiamento della popolazione, rappresentano gli attuali paradigmi economici.

Che cos’è l’ESG?

I criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) sono un insieme di standard utilizzati per valutare le prestazioni di un’azienda o di un’organizzazione su questioni relative all’ambiente, alla società e alla governance aziendale.

L’obiettivo di investire utilizzando i criteri ESG è quello di generare sia rendimenti finanziari che impatti sociali e ambientali positivi. Alcune banche già utilizzano le informazioni ESG per valutare le società e gli investimenti, mentre altri operatori utilizzano i criteri ESG per valutare aspetti aziendali legai al cambiamento climatico o i diritti umani.

Oggi le banche che utilizzano i criteri ESG, ad esempio, possono evitare e ridurre fortemente i rischi di reputazione associati agli investimenti in società con una scarsa reputazione ambientale o sociale.

Inoltre, anche il Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza (“CCII”), ha posto al centro del sistema aziendale di prevenzione della crisi, l’adeguatezza degli assetti societari e delle misure della rilevazione tempestiva della stessa (cfr. articolo 3 CCII).

Per il sistema bancario gli aspetti ESG che impattano maggiormente sulla valutazione di merito creditizio sono quelli riguardanti la governance. Ad esempio, si valuterà se la composizione del consiglio di amministrazione tiene in considerazione le esigenze ESG, anche nei criteri di nomina, magari rivenendo anche nei documenti sociali indicazioni a proposito dello scopo societario, che tengano conto di perseguire questi obiettivi, per fare sì che la costituzione della società sia subordinata all’intenzione di offrire un contributo più ampio alla collettività.

Le imprese in quanto parte del sistema produttivo, sono i principali destinatari delle politiche di indirizzamento dei temi ESG. La correlazione tra il loro «impatto» e la loro sostenibilità finanziaria avrà un diretto sulla redditività dell’azienda ed assumerà un ruolo importante nella valutazione dell’impresa nel sistema mercato. Pertanto, le imprese che rientrano nei parametri ESG, rappresentando l’integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance nelle proprie attività, godranno di vantaggi significativi nell’accesso al credito, in quanto i fattori ESG potranno influenzare positivamente i flussi di cassa dei debitori e la stima della probabilità di default dell’impresa in questione.

In che modo gli ESG possono influenzare la gestione del credito deteriorato?

Le banche e i servicer impegnati nel processo di gestione del credito deteriorato, potranno incontrare difficoltà nell’implementazione degli ESG a causa della mancanza di dati e di standardizzazione del reporting ESG provenienti dalle imprese clienti. Le imprese infatti possono decidere come rendicontare gli aspetti legati alla sostenibilità in due modi:

  1. stilare un report integrato dove gli aspetti non finanziari sono contenuti nello stesso documento di quelli finanziari,
  2. separare le informazioni e pubblicare a parte una dichiarazione non finanziaria ossia il bilancio, appunto, di sostenibilità.

In assenza di tali informazioni, per le quali ad oggi non è previsto uno specifico obbligo di legge, un ruolo fondamentale è quello relativo alla gestione della relazione con l’impresa deteriorata. L’approccio, soprattutto con le imprese debitrici di piccole dimensioni dovrebbe essere orientato verso un’attività di collaborazione tra la banca/servicer e il debitore e non come un terreno di scontro tra parti contrapposte.  

Si può pertanto perseguire una finalità sociale derivante da un lato dalla capacità della banca/servicer di saper individuare se il business della impresa in crisi è in grado di risollevarsi e dall’altro coinvolgere le stesse imprese in un percorso di educazione finanziaria al fine di creare un patrimonio informativo e culturale a servizio del territorio, ipotizzando anche la creazione di strumenti in grado di creare una consapevolezza del credito deteriorato non come una patologia del credito bensì come la conseguenza di un momento di difficoltà.

Pubblicato il

19 / 01 / 2024

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